A Enzo Avitabile il premio speciale “Ritratti di Territorio”

di Maria Pepe

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Quando si è chiamati a parlare di sé, il rischio che si cada nella trappola dell’autoincensarsi è alto. Troppo alto. Un rischio, una caduta di stile che poco si addice a “Ritratti di territorio”, che però ha ben chiaro il diritto-dovere di stare sul pezzo e diffondere la notizia, specie se è motivo di vanto e lustro per la propria terra più che per se stessi.

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Madonna delle Galline, esterno notte, sulla scena Enzo Avitabile e i “Bottari”, un concerto fatto di pancia, passione, identità e legami, un concerto dove il grove regna sovrano, un concerto che vede dopo le note di “soul express”, salire sul palco Nunzia Gargano, per consegnare al “maestro” il premio speciale di “Ritratti di Territorio”, la “mattonella” appositamente realizzata da Sasà Sorrentino. Sarà forse stato perché “la mattonella” è bella sul serio o forse solo perché il maestro era pronto a ricevere la solita targa, da terzo classificato in un qualche torneo amatoriale che, alla sua vista, altro non ha potuto fare che esprimere piacevole stupore e desiderio di coinvolgere la sua gente, mostrando soddisfatto il premio: “lo vedete? È bello vero? Sì, è bello”. Dopo essere stato insignito “per l’anima, la musicalità, l’originalità con le quali interpreta ed estrinseca lo spirito di una napoletanità mai scontata, ricca di significati e di passione” nel mirino di “Ritratti” per ben due anni. Un’occasione simile non poteva certo non essere colta.

Pagani: A “Erasmus +” trionfa l’accoglienza di artigiani, chef e produttori di casa nostra

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Da sx: io, Barbara Ruggiero e Maria Pepe

Professo sempre l’umiltà. Qualche volta però si ravviva un pizzico di orgoglio. È accaduto ieri sera. Qualche settimana fa, Ezilda Pepe, dirigente scolastica del liceo “B. Mangino” di Pagani mi chiamò per coinvolgere “Ritratti di Territorio” nel progetto “Erasmus +”. Con lei c’era anche il Dsga, sì proprio quel mostro mitologico che si aggira per le scuole di ordine e grado. Alfonso Tortora, questo il suo nome, amico ugualmente, ma per me soprattutto storico attore e regista della compagnia teatrale “La Locandina”.

Con queste premesse, è scontato chiarire la mia risposta. Così, grazie alla capacità di coinvolgimento di Ezilda e Alfonso, il blog è stato parte integrante di “Live and learn @ school”, il progetto europeo che ha portato una delegazione di venti studenti di nazionalità lettone, turca, greca e polacca a Pagani.

Grande soddisfazione da parte di giovani e docenti.

Ma se ho avuto l’opportunità di vivere questo momento magico, il merito è esclusivamente di chi indirettamente e realmente mi permette di promuovere la mia città, l’Agro Nocerino-Sarnese, i Monti Lattari, l’intera Campania, ovvero i produttori, gli chef, gli artigiani, i ristoratori, sempre pronti ad appoggiarmi nelle mie folli imprese.

Non smetterò mai di ringraziarli abbastanza.

Filippo Cascone dell’omonimo panificio di Lettere, partner ufficiale anche di “tarallucci e vino”,

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Filippo Cascone

l’AperiSpettacolo, da circa un mese sempre in tour con il “panettiello”.

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Panificio Cascone, Panettiello

Nunzia e Gerardo Figliolia

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Nunzia e Gerardo Figliolia

dell’osteria “La Pignata” di Bracigliano, che potrei definire quasi il mio pronto intervento. Quando sono disperata, chiamo loro e subito ritorna la calma. Come al solito, la propria zuppa di fagioli

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Osteria La Pignata, Zuppa di fagioli

su biscotto di pane duro del centenario Biscottificio Calabrese ha incantato tradizionalisti e innovatori.

Giovanna Farina e Lucia Primavera

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Da sx: Giovanna Farina e Lucia Primavera

di ‘O Ca Bistrò di Nocera Inferiore hanno stupito con gli ‘ndunderi,

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‘O Ca Bistrò, ‘Ndunderi

la pizza fritta con pomodorino corbarino e cacioricotta cilentana, le polpette di minestra maritata su vellutata di patata ricciona e vellutata della stessa minestra,

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‘O Ca Bistrò, Polpette di minestra maritata su vellutata di patata cicciona e della minestra stessa

la crocchetta di melanzane su fonduta di pecorino bagnolese,

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‘O Ca Bistrò, crocchetta di melanzane su fonduta di pecorino bagnolese

gli scauratielli al miele.

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‘O Ca Bistrò, Scauratielli al miele

E ancora Philly D’Uva e Nicola Attianese di Cooking Philly’s,

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Philly D’Uva e Nicola Attianese

i creativi per eccellenza, con le polpette di carciofi

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Cooking Philly’s, Polpette di carciofi

e la pastiera di grano.

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Cooking Philly’s, Pastiera di grano

Infine, non poteva mancare la colomba tradizionale

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Pepe Mastro Dolciere, Colomba tradizionale

di Pepe Mastro Dolciere, servita e promossa da Carolina Ferraioli

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Carolina Ferraioli

in rappresentanza del maestro Alfonso Pepe.

Se chi ben comincia è a metà dell’opera, gli studenti di Erasmus + il 5 marzo prossimo avranno molto da rimpiangere, come capita a chiunque riceva l’accoglienza e il calore del Sud.

Lo Stile del dessert cachi, yogurt acido e crumble salato

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di Maria Pepe

Panta culotte color tabacco, eleganti, puliti e di tessuto liscio ma importante (seta, raso), t-shirt bianca rigorosamente di cotone, scollo tondo e largo tanto da mettere in evidenza il decollete, sandali ankle strap color corda, per intenderci, quelli con tacco vertiginoso, cinturino alla caviglia, cinghiette sottili all’altezza delle dita, un accostamento di capi semplici e ricercati che nella totalità mettono insieme un completo radical chic, disimpegnato al punto giusto, il tutto impreziosito da un vistoso monile al collo nell’aranciato marrone del color cachi.

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Questo è l’abbigliamento adatto per gustare un dessert ai “cachi, yogurt acido e crumble salato”, un dolce dal gusto strutturato ma fresco, lo guardi e ti immagini in un luogo incantato della Costiera Sorrentina o Amalfitana, a passeggiare tra sentieri onirici. Uno scorcio di paradiso quello che Domenico Stile oggi chef dell’Enoteca La Torre a Villa Laetitia in Roma; ieri, sous chef del “Mosaico” di Ischia è riuscito ad assemblare in un unico dolce, in cui ogni ingrediente dice la sua accompagnandosi agli altri senza però mai confondersi con essi.

Foto di Mariana Silvana Dedu

Gragnano: alla “Galleria” Alfonso Pepe ospite di Giulio Coppola

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Ogni volta che varchi la soglia della “Galleria” di Giulio Coppola a Gragnano incominci un viaggio gustoso costellato di emozioni e sentimenti puri. Se a ciò aggiungi anche commensali d’eccezione, l’esperienza diventa ancora più interessante.

E così qualche settimana fa, ho deciso di organizzare io una sorpresa a questo giovane chef che tanto ama il suo paese.

Ospite d’onore di una tranquilla serata di febbraio è stato il mio caro amico Alfonso Pepe. Avete capito bene, l’autore del panettone più buono d’Italia che, insieme alla moglie Teresa

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invitata nello scorso dicembre con un video messaggio proprio inviato da Giulio, è riuscito a incontrarsi con questo ragazzo virtuoso. Non poteva esserci momento migliore, fuori dallo stress da panettone e prima di quello da colomba.

Senza mezzi termini, è passata una serata tra amici con una reciproca simpatia scattata subito tra i due maestri.

Giulio per onorare tutti noi ci ha servito l’intero nuovo menu. Come al solito, non delude mai le aspettative. D’altronde si ha profondo rispetto per i prodotti e le sue potenzialità non può essere altrimenti. Sono pochi al momento, infatti, gli chef capaci di far riconoscere al palato tutti gli ingredienti presenti in un piatto. E uno di quelli è il patron della “Galleria”.

Una sfilata impeccabile di preziose opere d’arte durante la quale non sbaglia un colpo. A partire dall’aperitivo, dove inizialmente è protagonista la piccola friggitoria (maccheroncello di pasta e patate, le frittelle di alghe, i calzoncelli di scarola, il crocchè di patate),

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seguita da un tris golosissimo (cannarone fritto con ricotta e pomodoro,

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bruschetta di lardo di colonnata

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e al burro e alici).

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Si passa poi allo stuzzichino, aperto dalla pasta e ceci con ristretto di polpo.

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La sinfonia gustosa si amplifica con lo scagliuozzo di polenta con seppia e carciofi,

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la mozzarella in carrozza alla salsa di acciughe,

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il prosciutto cotto di coniglio con salsa di polpo, bottarga e sedano,

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il bruschettone con ricotta, broccoli e cicoli.

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A questo punto si passa ai primi. I rigatoni con astice alla catalana

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sono veramente eccezionali come anche i vermicelli aglio, olio, baccalà e germogli di rucola

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e il risotto con zucca, salsiccia e salsa al formaggio.

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Sembra ancora poco? Tranquilli ci sono anche i secondi: il baccalà arrecanato

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e la guancia con crema di latte, papaccelle e olive.

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Non saltiamo neanche la frutta con il kiwi in spuma di yogurt.

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Dulcis in fundo, “come se fosse una pastiera”, reinterpretazione del dolce tipico pasquale;

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la piccola pasticceria con frolle, cornetti e pasticcetti

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e la mousse al cioccolato in due versioni.

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Dopo un’accoglienza del genere non ci sono più parole. Quello che rimarrà impresso nella mente di ognuno è la nascita di un’amicizia tra due eccellenti artigiani che nonostante il successo continuano ancora a mettersi in discussione per migliorare sempre di più.

L’affetto di Giulio e Camilla valicano tutte le convenzioni e confermano l’idea secondo la quale senza amore e passione per quello che si fa non si arriva da nessuna parte.

Tarallucci e vino: partenza pirotecnica

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Sold out per la prima della diciannovesima edizione di “Scenari pagani”, la rassegna di “Casa Babylon Teatro” di cui è direttore artistico Nicolantonio Napoli. Una straordinaria Nunzia Schiano in “Fémmene” con testi di Myriam Lattanzio di cui si è ascoltata la splendida voce e di “Nostra Signora dei friarielli” di Anna Mazza con Francesco Ponzo alla chitarra e Roberto Giangrande al contrabbasso con la regia di Niko Mucci.

Alto gradimento anche per “Tarallucci e vino”, l’AperiSpettacolo a cura di Ritratti di territorio, giunto alla seconda edizione. L’azienda vinicola Santacosta di Torrecuso (Bn) dei fratelli Pagano anche quest’anno non ha fatto mancare il suo appoggio, come sempre quando c’è da dare appoggio alle iniziative nobili.

I Monti Lattari sono stati i protagonisti assoluti della serata. A partire dai tarallucci del Panificio Malafronte di Gragnano.

Da Lettere, invece, il ristorante “Nonna Giulia” di Alfonsina Longobardi con lo chef Gennaro, suo fratello, e Lucia Cuomo, Catello Romano Ciro Vicinanza, gli stagisti dell’Ipseoa “R. Viviani” della sede coordinata di Agerola, hanno collaborato con passione alla riuscita della serata mettendosi in gioco in prima persona. Tanti complimenti sono arrivati alla loro pastiera di maccheroni. E l’energica Alfonsina non ha esitato a mescere il vino agli spettatori.

Sempre da Lettere ha allietato il palato il panettiello, ovvero il casatiello secondo Filippo Cascone dell’omonimo panificio.

Se chi ben comincia è a metà dell’opera, si preannuncia una diciannovesima edizione di “Scenari pagani” realmente pirotecnica.

Foto Barbara Ruggiero

Ricette e bozzetti: la pasta e patate con totani di Coppola è un abito anni ’60

di Maria Pepe

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Uno sguardo ed è subito… anni ’60! Gli anni dell’innovazione, gli anni in cui la haute couture stringe la mano agli abiti confezionati. Lo smoking, la minigonna entrano impattanti negli armadi delle donne del tempo che però non rinunciano alla sobria eleganza di quei giorni avanguardisti, tutta l’essenza del vintage anni ’60 è raccontata con dovizia di particolari dalla “Pasta e patate con totani” di Giulio Coppola. Un vero e proprio cartamodello che ti cuce addosso un abito perfetto per una sera a cena, di gusto ma semplice. Mimosa il colore; longuette la lunghezza; morbida la linea che sinuosa nella sua gonna a campana dalle pieghe voluttuose forma orli ondeggianti; lineare il taglio che evidenzia una vita alta in questo gioco di rigidità e morbidezza tra il sopra e il sotto, contrasto che si ripete tra la rotondità del collo molto poco scollato e la squadratura quasi geometrica delle maniche trequarti, dritte e rigide; il tutto impreziosito dal tocco violaceo dei gioielli, opali viola dalla forma ovale e dalla grandezza medio grande incastonati in una montatura aurea, che formano un girocollo vistoso, ma moderato. In coordinato con bracciale e punti luce donano luminosità all’abito e al piatto che trova nelle chips di patata viola i suoi opali, il bianco rosato con punte di rossiccio dei totani. Invece, naturalmente richiama ai decolleté a punta, non troppo esasperata, in un tenue rosa cipria che affusolano ed esaltano le gambe.

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A bilanciare l’armonica struttura, una pochette in pelle dal colore neutro, dagli angoli tondi che smorzano le rette che imbastiscono il telaio. Moda e alta cucina si fondono ancora una volta, nel bell’incontro avvenuto in “Galleria”, complice il gusto, il buon gusto, matrice comune di queste nobili arti, che sovrano regna nel “genio” di Giulio.

Foto di Mariana Silvana Dedu

#coppolapiacentestile: sei mani per Gragnano

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È vero. Lo confesso. Ho un debole per Giulio Coppola. Più volte ho detto e ho scritto che è uno dei migliori. Me ne assumo tutte le responsabilità. Non a caso l’ho premiato. Alla seconda edizione di “Ritratti di Territorio” nella categoria chef emergente con altri miei due grandi amici: Lorenzo Montoro (Osteria Al Paese, Nocera Inferiore) e Gioacchino (Francesco) Vorraro (Braceria Bifulco, Ottaviano).

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Ogni volta che entri in “Galleria” rimani a bocca aperta. È sempre in grado di stupirti. Gli dai fiducia e lui ti conduce su nuovi sentieri di gusto ai quali non avresti mai immaginato di avvicinarti.

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Una nuova emozione l’ho vissuta l’altra sera. A #roadtripgragnano, una cena a sei mani che si è trasformata in un omaggio al regno della pasta di cui Giulio è orgoglioso di essere paesano.

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Con lui altri due chef virtuosi del posto: Vincenzo Piacente e Domenico Stile. Insieme a Karen Philips hanno tracciato questo percorso per la valorizzazione di un luogo e delle sue tradizioni di gusto con uno sguardo anche verso la penisola sorrentina.

Non è stata casuale neanche la data scelta. Martedì 19 gennaio è stata la vigilia di San Sebastiano, patrono di Gragnano. Come tradizione, ogni anno, in piazza Aubry in onore del Santo si accende un falò proprio a due passi dalla “Galleria”.

Sarà stata l’atmosfera particolare. Sarà stata la devozione. Sarà stata la passione…

#roadtripgragnano si è rivelata un’esperienza unica. È vero da Giulio sono di casa, ma non potrò dimenticare la cortesia di Karen invitatami personalmente.

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E sono stata ancora più lusingata quando mi sono resa conto che per una sorta di corrispondenza d’amorosi sensi sono stati lieti di avere anche le mie amiche compagne di avventura: Mariana Silvana Dedu, le cui foto sono sempre più belle di evento in evento; Maria Pepe (www.unarmadiotuttoper.wordpress.com), la giornalista che si occupa per questo blog della rubrica “Ricette e Bozzetti”; la foodblogger Lucia Iannicelli (www.igustosidilucia.wordpress.com). Asso nella manica: la mia amica Alfonsina Longobardi, patron di “Nonna Giulia”, come commensale.

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Con queste premesse, il risultato era già certo.

Infatti, a partire dal benvenuto battezzato “Omaggio a Gragnano” (farfalle al salmone, spaghetti alle vongole, cannelloni alla sorrentina, pasta e patate con provola, candele alla genovese)

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il messaggio dei tre chef è stato forte e deciso, direi quasi una presa di posizione netta: sollecitare iniziative per una valorizzazione seria e appassionata del paese che ha dato loro i natali.

Non potevano mancare i pani caldi

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appena sfornati per accompagnare le pietanze.

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Indovinato anche l’antipasto, i cui ingredienti (carciofo, burrata, alici) si sono fusi armonicamente per un sapore unico.

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Indimenticabile per la vista e per il palato la pasta e patate con totani.

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Così tenera che si taglia con un grissino la guancia di maiale dei Monti Lattari con fondente e rafano soffice di patate al macis.

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Originale e comunque da ripetere il pre dessert alla pasta e fagioli che non avrei mai immaginato di riuscire a mangiare.

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Entusiasmante il dessert con cachi, yogurt acido e crumble salato,

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degna conclusione di una cena dove l’alta qualità degli ingredienti e la maestria degli chef l’hanno fatta da padrone.  Come se non bastasse, non è mancata la sfilata di piccola pasticceria.

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Non si può evitare di citare il vino che ha accompagnato le portate dal primo in poi: il Gragnano Doc dell’Azienda Scala di Gragnano, rappresentata per la serata dal rampollo Francesco.

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A fine cena, il tris di chef ha salutato i golosi promettendo nuovi appuntamenti gustosi.

Foto di Mariana Silvana Dedu

Sant’Antonio Abate: l’8 gennaio da “Maristella” si presentano la Fiera e la Sagra della Porchetta e “Sindaco in fuga” di Corsi

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Sarà inaugurata venerdì 15 gennaio la “XX Fiera Città di Sant’Antonio Abate e XXXVII Sagra della porchetta”. Dieci giorni durante i quali si susseguiranno degustazioni, concerti e spettacoli di vario genere.

Venerdì 8 gennaio, alle 18.30, al ristorante “Maristella” in via Lettere, 49, a Sant’Antonio Abate, ci sarà la conferenza stampa di presentazione dell’evento.

Subito dopo, il giornalista Ermanno Corsi presenterà il suo libro “Sindaco in fuga”, edito da CentoAutori.

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Inoltre, saranno presenti gli organizzatori e l’ospite d’onore, che inaugurerà la fiera, Antonio Polese (il “Boss delle cerimonie” del fortunato programma televisivo su Real Time). La serata si concluderà con un buffet dedicato alle tipicità locali a cura dello staff di “Maristella”.

INFO

XX FIERA CITTÀ DI SANT’ANTONIO ABATE E XXXVII SAGRA DELLA PORCHETTA

Via Lettere, 80057 Sant’Antonio Abate (NA)

Gli orari: dal lunedì al sabato dalle 16:00 alle 22:00; la domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 22:00.

Ingresso gratuito

E-mail: info@fierabatese.it; Web: www.fierabatese.it; Tel: 333 90 43 960

Fb: Fiera Sant’Antonio Abate e Sagra della porchetta

https://www.facebook.com/Fiera-SantAntonio-Abate-e-Sagra-della-porchetta-1576650272552529/?fref=ts

Media Partner: CamCampania – www.camcampania.it

Ufficio Stampa

Dott.ssa Palma Emanuela Abagnale

E-mail: redazione.camcampania@gmail.com

Il Natale dei Pepe

Le tradizioni, si sa, vanno rispettate. Così ieri a mezzogiorno, come era accaduto nel 2014, il maestro pasticciere Alfonso Pepe ha tagliato il panettone formato magnum tradizionale. Due esemplari di 5 kg ciascuno per condividere con familiari, clienti ed estimatori le gioie e le soddisfazioni che hanno costellato anche il 2015.

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Bilancio positivo per la pasticceria di Sant’Egidio Del Monte Albino. Alfonso, Giuseppe, Prisco e Anna stanchi, ma felici, si sono allontanati per qualche minuto dalle esigenze del banco vendita e del laboratorio.

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Ieri è stata anche l’occasione per ringraziare papà Francesco, a 25 anni dall’inaugurazione. Senza di lui e mamma Maria questi quattro ragazzi non ci sarebbero stati.

Radiosi anche i volti dell’immenso staff di collaboratori che riusciva a sorridere nonostante gli estenuanti turni per garantire a tutti gli affezionati la possibilità di degustare il dolce di Natale innaffiato con “Blum-Ognissole” dei Feudi di San Gregorio.

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Le H24, capeggiate dall’impareggiabile Carolina Ferraioli, erano distrutte, ma lusingate di far parte di una squadra che fa invidia a tutto lo Stivale. Presente anche Carlo D’Amato, patron dell’azienda “I sapori di Corbara”.ioalfonso

Tra tutti spiccava la presenza silenziosa ed elegante di Teresa, la moglie di Alfonso, compagna di viaggio, sempre al fianco del marito nelle trasferte per gli eventi di settore.

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Il suo sguardo luminoso e orgoglioso ha contribuito a imprimere nella memoria lo scambio di auguri natalizio.

Colpo di scena: l’arrivo di Gennaro Esposito che ha contribuito ulteriormente a rendere indimenticabile il momento.

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Foto di Giuseppe Angrisani

Una mise calda e confortevole per la pastiera lievitata di Alfonso Pepe

di Maria Pepe

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Il classico paesaggio natalizio, quello che da sempre fa da cornice a film e racconti di Natale. Una baita di montagna, neve soffice e bianca che viene giù dal cielo e si posa a terra formando un morbido manto in cui affondare e, sulle vette altissime dei monti, dalla finestra vicina al camino, una donna voluttuosa e rassicurante, nei suoi eleganti abiti: un raffinato maglione collo alto, di lana alpaca a coste, candido come la neve, morbidi ma lineari pantaloni di velluto beige, tronchetti bordati da una vaporosa pelliccia rigorosamente in coordinato col resto, guarda l’incantevole scenario sorseggiando un aromatico the e assaporando “un’opera d’arte” che, sembra indossare i suoi stessi abiti… la pastiera lievitata del Maestro Alfonso Pepe. “Un matrimonio – come lo stesso dice – tra Nord e Sud che ha superato e vinto l’avversità dell’estrema differenza di sapori”, l’uno il Nadir l’altra lo Zenit, i due dolci più rappresentativi dei volti dell’Italia si sono uniti e hanno dato vita ad un incantesimo dolciario che solo il Maestro avrebbe potuto compiere…

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La pastiera delicata, ma decisa, dice la sua e si afferma tra i panettoni per struttura più “forti”(nel gusto), senza forzature e imposizioni alcune, silenziosamente domina la scena e lascia il suo inconfondibile segno proprio come l’elegante donna, che guarda dalla finestra, a cui tanto somiglia.

Teresa Vitolo e Alfonso Pepe

Teresa Vitolo e Alfonso Pepe

La pastiera napoletana ricetta di bozzetti per il Natale va oltre il bozzetto e raggiunge il “ritratto”, il “Ritratto di donna” a cui dovremmo guardare e ambire, il “Ritratto di donna” che il Maestro ha la fortuna oltre che il merito d’avere accanto… motivo altro, se non fondamentale, per il quale gli è riuscita un’altra impossibile impresa.

Foto di Mariana Silvana Dedu